Kore Mia è la prima traccia di Chroma, un concept album.
| prima ombra | Persefone
Ispirato dal mito di Persefone.
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Kore Mia | testo |
La vita è un dono anche qua,
Bastano due respiri a voltare pagina.
La bella Kore non sa
Che quel narciso bianco
Ha il prezzo della libertà.
E delicata come il fiore che raccoglierà
Gode degli ultimi attimi di innocenza pura.
Dall’alto dell’Olimpo il vertice approva l’accordo
Col Cavaliere Oscuro,
Sovrano delle ombre e di quel che rimane,
Che in sposa la prenderà.
Il cielo diventa rosso vermiglio,
La terra trema, si rompe il sigillo,
Spalanca l’uscio che porta all’Inferno,
Sul fondo Ade che ride trionfante e la porta con sé.
Chume, chum, geselle min
Ih enbite harte din
Ih enbite harte din
Chume, chum, geselle min
Suzer rosenvarwer munt
Chum um mache mich gesunt
Chum um mache mich gesunt
Suzer rosenvarwer munt.
Le urla strazianti di Kore
Fanno vibrare tutte le campane.
Arrivan dirette a Demetra, sua madre,
Che ignara di tutto ghiaccia.
Con gli occhi fardelli d’angoscia,
Vaga da giorni in cerca della figlia.
Al decimo, la Dea della Luna
La conduce verso la verità.
L’amore è debole
Quando è indelebile,
E se dipende da
Ipocrita lealtà
Denota asservimento
E privazione.
Perché un legame
Rispetta
Anche la solitudine.
Sopra la sabbia cocente
Le mani che prudono e sudano il senso
Di una vita al controllo dei campi e dei frutti.
Demetra ribolle di rabbia,
Demetra è la furia.
Per chi nasce con sangue divino,
O per chi riempie di sogni il suo comodino,
Arriverà un giorno in cui chi ha il potere
Lo compiacerà del lavoro svolto
Nascondendo coltelli.
Senza Kore è un morire,
Lei senza la madre non sa respirare.
Lo sposo rimane imperfetto,
Con sbalzi d’umore, incapace poi di governare:
Si sfoga sui morti!
Forze opposte controllano il mondo,
Quello divino è uno specchio, del resto.
Quando un’azione turba l’equilibrio,
Anche a fin di bene, deve tener conto
Del suo contraccolpo
Che ancora ritarda a venire
Perché nel frattempo la disperazione
Conduce Demetra ad un uscio
In cui quattro fanciulle la accolgono in modo cordiale,
Con poca pietà.
Lei disse: “Scusate il disturbo,
Ho un buco nel petto che il tempo mi ingrossa.
Ho perso la casa, il lavoro e una figlia,
Non riesco manco a immaginare il domani.
Magari c’avete un’idea?”
Quand’ecco che arriva la padrona
Che salta alla grande le formalità
E con disinvoltura accetta la proposta
Di accoglierla in cambio di fargli allevare
Il neonato figlio.
Distratte, le donne di casa
In un primo momento non danno peso
Al divino sguardo.
Che ora è riacceso di felicità.
“Negli occhi tuoi sensibili,
Nei gesti tuoi spontanei.
Vallo a capire perché
La vita è ben diversa
Dagli occhi tuoi sensibili,
Dai gesti tuoi spontanei.
Devi venire con me,
Qui sei sprecato.
Grazie al mio sangue divino
Potrai diventare un Dio.”
In questa notte di Luna
Miseria e fortuna si incontrano.
Pelle unta di ambrosia,
Fiato e lingue di fuoco
Per l’immortalità.
Tra poco sarà bello e forte come lei.
Sente una presenza che guarda la scena furente
La madre del bimbo conferma i sospetti.
Congeda Demetra e la caccia di casa tremante,
Vendetta spietata lei prometterà:
La sottomissione dell’uomo nel luogo di culto,
E la sottomissione divina privando la Terra
Di stabilità,
Di fertilità,
Di vitalità,
Dei frutti del mar,
Dei grilli
E degli orsi.
Insomma,
Vuol rendere il mondo sterile.
L’uomo per gli Dei è un grande vanto.
È l’unico capro espiatorio
Che agisce proprio come loro
E copre i peccati di amianto.
Della qual polvere innalza,
Le statue agli dei dell’Olimpo.
Zeus di scatto reagisce,
E manda Mercurio dove tutto
Riposa in pace.
“Comprendo il pericolo urgente per l’umanità,
Ora vola tra i vivi o mia bella,
Tra due terzi di anno il tuo corpo potrò riabbracciar.
Ho in cuore il riflesso”.
L’amore è debole
Quando è indelebile,
E se dipende da
Ipocrita lealtà
Denota asservimento
E privazione.
Perché un legame
Rispetta
Anche la solitudine.
Chume, chum, geselle min
Ih enbite harte din
Ih enbite harte din
Chume, chum, geselle min
Suzer rosenvarwer munt
Chum um mache mich gesunt
Chum um mache mich gesunt
Suzer rosenvarwer munt.
℗ 2018, Nilasphere Music
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